Antonio Grosso inizia i suoi studi all’età di 8 anni con la fisarmonica ai quali si dedica, nonostante la tenera età, assiduamente fino ai 16 anni, quando conosce un altro strumento della tradizione: l’organetto, che diventerà il “suo” strumento.
Apprendendo un metodo di studio a numeri, ma studiandolo praticamente da autodidatta, Antonio Grosso capisce che oltre alla tradizione c’è ben altro, intraprendendo un percorso che lo metterà sulla buona strada per riuscire a comporre dei suoi personali brani.
Tra tour in varie città della Germania e concerti in diverse parti del mondo (come a Malta e in Portogallo) con vari musicisti, fonda alcuni gruppi di musica popolare: Antonio Grosso Band, Ciccio Nucera e Dionesis, fino alla formazione del famoso gruppo “Antonio Grosso e le Muse del Mediterraneo” nel 2012, di cui è ancora direttore artistico, e con il quale gira le piazze non solo di Calabria e Italia, ma anche all’estero. Successo hanno avuto il tour in Australia e in Canada nel 2014, e in Svizzera nel 2013.
Nel 2007 fonda la Antonio Grosso School, diventata nel 2014 a tutti gli effetti Associazione Musicale/Culturale, all’interno della quale impartisce lezioni di organetto fisarmonica e tamburello, grazie anche a vari collaboratori, visto l’ampio numero di iscritti, che arriva al momento ad 85.
Dopo aver inciso vari cd riproponendo brani originari del Sud Italia e ideandone di nuovi, la sua prima composizione diversa dalle precedenti arriva nel 2011, anno in cui esce il disco che sarà il primo di una lunga serie di musiche e ritmi tutt’altro che tradizionali, “Passion”, dalle melodie che si avvicinano molto al tango e all milonga, contaminato anche dalla sua passione per il musicista Astor Piazzolla e per il bandoneon, che suona da autodidatta, con il quale ha creato diversi brani. Dopo “Passion” sono nati altri lavori discografici: “Nuit d’ispiration”, dai toni più dolci e sensuali, e “In Viaggio per Gità”, dai ritmi più incalzanti e movimentati.
Antonio Grosso è stato il primo in Calabria a far rivalutare il ruolo dell’organetto, per anni ritenuto uno strumento prettamente tradizionale in grado di riprodurre la Tarantella, senza riuscire a guardare oltre. Le sue composizioni dimostrano che con l’organetto diatonico, quando c’è la passione, si può comporre e suonare qualsiasi tipo di musica.